Espansione della naturalità terrestre

consigli
Scrivi una recensione recensione
  • restituire all’uso pubblico le zone militari come l’area umida di Torre Veneri e le aree militari a sud di San Cataldo localizzate nella pineta vicina al mare per essere destinate ad usi pubblici legati all’accesso alla costa limitrofa. Concordare azioni e interventi mirati alla rinaturalizzazione dell’area occupata dal presidio militare escludendo ogni forma di ulteriore insediamento stabile, anche allo scopo di agevolare l’espansione delle aree naturali e più in generale della rete ecologica. Prevedere la libera circolazione e libero uso delle aree costiere e del mare senza limiti di spazio; ciò presuppone la bonifica ambientale e la rimozione dei residui e dei rifiuti da parte dell’autorità militare
  • rendere fruibile il verde esistente di proprietà demaniale liberandolo dalle recinzioni
  • creare una pista lungo i due bacini di San Cataldo e due capanni di osservazione dell’area umida
  • installare capannini informativi sulla corretta fruizione dell’ambiente costiero e sull’origine e finalità dell’azione di restauro e protezione delle dune
  • smantellare tutte le costruzioni che sono state costruite a ridosso del litorale e far rispettare la distanza di almeno trecento metri dal mare
  • utilizzo per le strade materiali esclusivamente drenanti
  • consentire l’espansione delle aree umide, incrementare le aree a macchia e a bosco. Intervento organico delle aree umide volto al loro recupero funzionale, mediante sistematiche opere di manutenzione e loro rinaturalizzazione con l’impiego di materiali ecocompatibili, secondo tecniche di ingegneria naturalistica e l’inserimento, ai margini, di percorsi ciclo-pedonali collegabili con i nuclei urbani. Affiancare anche il recupero funzionale e la rinaturalizzazione della rete di decantazione idrica superficiale delle aree umide, anche in relazione ai fenomeni alluvionali in territorio antropizzato nell’ambito degli obiettivi fissati dal PCC.
  • ricostruire e restaurare le dune utilizzando la massa di sabbia e poseidonia dragata dal bacino Ramanno di San Cataldo e accumulata presso la darsena
  • creare le dune con un intervento di impianto di specie psammofile
  • rinaturalizzare i bacini a Nord della darsena di San Cataldo, per realizzare una stazione di posta in posizione utile allo svernamento e alla riproduzione di specie ornitiche
  • sviluppare una rete ecologica che penetri e vivifichi il paesaggio rurale
  • chiusura di strade asfaltate prossime al mare in modo da lasciare spazio all’espansione della duna e al suo naturale movimento
  • realizzare un modello di convivenza tra tutela e sfruttamento sostenibile della fascia costiera
  • salvaguardare e valorizzare gli spazi aperti costieri naturalistici e rurali favorendo l’espansione della naturalità sia lungo il bordo costiero che tra il mare e l’entroterra
  • per il bacino di Acquatina, affiancare alla ricerca universitaria attività produttive continuative che, rispettando rigorosamente l’ambiente, anzi valorizzandolo dal punto di vista turistico, offrano quella continuità di fruizione indispensabile perché il luogo sia conservato e ottimizzato. Prevedere un piano di utilizzo e sviluppo dell’intera area, rispettando e conservando al meglio le sue caratteristiche naturalistiche
  • Piano delle Acque, che verifichi la situazione esistente del sistema di bacini e canali, mantenga la funzionalità dei canali di bonifica e impedisca il deterioramento del territorio prevedendo una successione di provvedimenti che rientrino in una risistemazione complessiva del sistema idrico.

Vota e scrivi una recensione