San Cataldo, Ostello del Sole

Incontro con gli abitanti e gli operatori economici di San Cataldo

 

Secondo incontro sulla Rigenerazione delle Marine di Lecce. Appuntamento all’Ostello del Sole di San Cataldo.

Lascia stupefatti come le persone chiamate a partecipare, a rapportarsi con i nuovi amministratori abbiano accolto l’invito e siano venuti qui a raccontare, a raccontarsi. Ad esporre i disagi di una marina, la Marina dei Leccesi!
Siamo in tanti, oltre 200 persone.
Dopo gli interventi istituzionali, si sono avvicendati al microfono i tanti cittadini, villeggianti, abitanti, rappresentanti di associazioni, professionisti, imprenditori.

Il primo intervento è quello di Leo Curasi, presidente dell’associazione I love San Cataldo (link). Egli ha espresso il suo compiacimento al percorso di partecipazione avviato dall’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Lecce e ha parlato dell’iniziativa che “dà molta speranza, perché l’amministrazione si sta muovendo in modo nuovo, chiedendo a ciascuno di dare il proprio apporto e di assumere la propria parte di responsabilità”. Siamo tutti invitati a passare dal pensiero all’azione.

> Leggi il contributo scritto dell’associazione I love San Cataldo.

Pasquale Porpora invece è entrato subito in merito alle problematiche, e ha parlato della necessità di rettificare i confini comunali verso Vernole. Di reperire terreni, anche attraverso la cessione dei privati, per recuperare le indispensabili ed ad oggi carenti, aree parcheggio.

Alberto Franco Leggeri, in rappresentanza di un gruppo di residenti denominato “Quelli delle Marine” che si occupa spontaneamente di tutelare la spiaggia libera di San Cataldo, ha chiesto appunto una maggiore attenzione e tutela per la spiaggia libera, ad oggi giudicata poco fruibile e la sistemazione della pista ciclabile Lecce – San Cataldo, in parte già esistente.

Luigi Guido chiede invece maggiori servizi. Un ufficio postale sempre aperto, una farmacia, uno studio medico per il pronto intervento, l’area verde davanti al “Pescatore” in via M. Polo attrezzata…..una piazza intitolata a San Cataldo.

Fabrizio Mancarella, proprietario dello storico Lido Mancarella, è intervenuto sul tema dell’erosione della costa. I pennelli realizzati a mare hanno comportato un restringimento della spiaggia, e quindi sarebbe auspicabile che fossero rimossi. “Fino a qualche decennio fa avevamo a disposizione trenta metri di sabbia dalla strada al mare. Oggi questo spazio si è ridotto drammaticamente e se non si interviene saremo penalizzati rispetto alle altre marine salentine”.

Mauro Marino ha ricordato Edoardo De Candia e come questi fosse un frequentatore assiduo di San Cataldo. Perché la cura dei luoghi, la tutela passa anche attraverso il ricordo e la narrazione.
“Una San Cataldo che ai tempi di Edoardo era davvero la marina dei leccesi, con un campeggio, l’Arena, era un luogo popolato e vissuto. Ma allo stesso tempo un luogo dalla natura selvatica, che è ancora possibile tutelare oggi”. Insomma “il lavoro da fare su San Cataldo è anche culturale, insieme al concetto di rigenerazione dobbiamo lavorare a una nuova responsabilità di tutti rispetto alla bellezza di questi luoghi”.

Ciro Zagaria denuncia la mancanza di opere di urbanizzazione primaria: “Non abbiamo il metano, la fogna, l’acqua e allora come si può pensare di fare altro finché non saranno risolti questi problemi? Se vogliamo fare in modo che le marine siano più vissute dobbiamo portare San Cataldo ad essere pronta ad accogliere le persone”.

Poi, Giovanni Candido ha ricordato come fosse bella San Cataldo negli anni ‘40 e ’50. Quando alla marina arrivava ancora la filovia.
Ora mancano i servizi e le infrastrutture, e quelle che ci sono, sono prive di manutenzione.

Sul tema dei servizi, si aggiunge la denuncia del signor Franco. Al Villaggio Adriatico mancano operatori ecologici, le strade sono abbandonate all’incuria e la spazzatura è lasciata ai bordi delle strade.

Più propositivo è l’intervento di Francesco Caracciolo del comitato territoriale “Villa Dario”. Per migliorare il territorio delle marine occorre promuovere edilizia sostenibile turistica e più servizi. A fronte di un rispetto per l’ambiente che deve crescere in tutti i cittadini.

Francesco Palmisano è un pescatore. Il suo grido d’allarme è per la Darsena. L’insabbiamento, le alghe e la scarsa illuminazione non permettono di utilizzarla. Sono urgenti i lavori di recupero della darsena e del canale, altrimenti non sarà più possibile praticare la pesca, con un danno irreversibile sull’economia locale.

Cosimo Poso ha un lungo elenco di questioni da sottoporre all’Amministrazione. Si parte dalle spiagge libere da pulire con più assiduità, alla piazzetta del bar Royal da ripensare, magari con del verde, l’illuminazione e la mancanza di verde su tutto il lungomare, la pista ciclabile da completare, il campeggio da ristrutturare, la necessità di creare una zona franca per il commercio e non da ultimo la realizzazione di nuovi marciapiedi.

Continua Aldo Tommaso Gallo ponendo l’attenzione sui cassonetti di rifiuti abbandonati, sulla mancanza di una pattuglia di vigili urbani sulla marina, e fra le altre la necessità di risistemare le luci dei semafori sulla Lecce – San Cataldo.

Vittorio De Vitis del WWF deplora che ad oggi le acque del depuratore vadano a finire al mare (accelerando così la crescita delle alghe) e non siano riutilizzate nell’agricoltura.
Poi parla delle aree verdi, delle aree naturalistiche, di come se messe in rete e riqualificate possano offrire anche occasioni di lavoro per i nostri giovani.
Tutta la costa leccese è un corridoio ecologico, per questo nell’approntare progetti, egli auspica un maggior confronto anche con i comuni limitrofi.
Ancora, l’importanza naturalistica del territorio delle marine se rigenerato, per la sua importanza e consistenza, potrebbe diventare il punto di arrivo e di partenza delle reti ecologiche di tutto il territorio provinciale.

Valentino De Luca a proposito delle alghe propone progetti che ne prevedano il riutilizzo, nel campo agricolo come concime, nella produzione di energia alternativa e nella cosmesi.
Denuncia la mancanza di un diurno e di arredi urbani. A tal proposito si auspica che l’Amministrazione acquisti la statua di Cristoforo Colombo (attualmente abbandonata in un deposito) realizzata dai Peluso e la collochi a San Cataldo, in qualche slargo. Così sempre l’amministrazione potrebbe recuperare la tela di San Cataldo anch’essa abbandonata in un deposito e la restituisca alla comunità, magari adornando le pareti della chiesa.

Prende la parola Mauro della Valle, e con le sue parole ci trasporta nel suo sogno. Una marina in cui funzionano i parcheggi di scambio, il servizio navetta, si possa comprare ad un mercatino del pesce, magari accanto alla darsena, fare una passeggiata e, magari spostandosi a piedi, godersi la rinaturalizzazione del territorio.
Alle tante suggestioni che ci comunica il suo discorso si aggiunge l’idea di unire la città al mare attraverso dei contenitori ed attrattori.

Giovanni Coppini della Fondazione Centro Mediterraneo sui cambiamenti Climatici ci fa partecipi delle ricerche in atto sull’erosione costiera, l’inquinamento marino, l’inquinamento delle plastiche e dei servizi di monitoraggio climatico che l’ente fornisce.

A Laura Brunetti preme sottolineare come il rilancio della marina di San Cataldo debba passare attraverso la cultura.
A San Cataldo c’ è il molo di Adriano, un monumento archeologico sottovalutato e da recuperare, che permetterebbe di mettere in rete la città con la marina attraverso le emergenze archeologiche e storiche.
Ma, è anche allo sport che guarda il suo intervento. Laura auspica la ristrutturazione dell’impianto sportivo ubicato a villaggio Colombo. Potrebbe essere un’attrezzatura che contribuirebbe, se riqualificata, alla rigenerazione del territorio.

Infine, la serata si è conclusa con gli auguri di buon lavoro del parroco Don Corrado, perché questa Amministrazione riesca nel percorso avviato, accompagnata dal grande desiderio di far bene per chi vive le marine, per chi le immagina come un volano di sviluppo, per chi è abbastanza stanco di percepirle come un pezzo estranea alla città.

foto di Claudia De Blasi