Ecomuseo delle Bonifiche di Frigole e delle Marine Leccesi

Un territorio, una popolazione, un patrimonio

Immaginate un enorme specchio, talmente grande da permettere ad un’intera comunità di guardarsi.
Questo è l’ecomuseo secondo Henry Riviere: uno specchio della comunità. L’”Ecomuseo del paesaggio” è l’idea guida per avviare la riqualificazione del territorio di Frigole, nell’ambito della programmazione PO FESR 2013-2020 del Comune di Lecce. Un processo finalizzato allo sviluppo sostenibile e basato sulla partecipazione dei cittadini. Un gruppo di esperti può creare un museo, non un Ecomuseo. L’iniziativa deve partire dalle persone che decidono di volersi spontaneamente riflettere in quell’enorme specchio chiamato ecomuseo. Insieme alla comunità vi si specchia anche il paesaggio, risultato dell’interazione millenaria fra uomo e natura.
È sotto gli occhi di tutti, residenti e studiosi: il paesaggio del Salento é ammalato. Alcune sindromi colpiscono gli ecosistemi: la frammentazione degli habitat, lo sbilanciamento fra habitat naturale e habitat umano, lo sovrasfruttamento delle risorse. Altre sindromi sono di tipo culturale, in particolare quella che colpisce le persone che non riconoscono più il paesaggio nel luogo in cui vivono.
L’ecomuseo è un museo all’aperto, diffuso sul territorio, un’istituzione che si occupa di studiare, conservare, valorizzare e presentare la memoria collettiva di una comunità e del territorio che la ospita; esso è il frutto del rapporto costruttivo tra una popolazione, la sua Amministrazione Comunale e un gruppo multidisciplinare di esperti.
È un museo del tempo dove le conoscenze si estendono e diramano attraverso il passato vissuto dalla comunità per giungere nel presente, con un’apertura sul futuro.
È un museo dello spazio… perché valorizza interi ambienti e non solo delle parti…dove sostare e camminare…privilegia il linguaggio visivo.
È un museo della comunità… perché “ Solo la sua partecipazione ne legittima l’esistenza”.
L’ecomuseo è un ponte fra uomo e natura, un punto di incontro fra la popolazione ed il suo territorio, un possibile rimedio a quella sindrome culturale che colpisce le persone che non riconoscono più il paesaggio nel luogo in cui vivono. Un patto con la comunità che ha come oggetto il patrimonio di natura e cultura, in funzione dello sviluppo sostenibile. Un modo per ricucire il senso dell’appartenenza fra le generazioni per condividere ed offrire il proprio patrimonio sociale e ambientale per i forestieri e i visitatori.
L’Ecomuseo delle Bonifiche costituirà un laboratorio di progettazione partecipata che avrà il compito di condividere le scelte tecniche degli specialisti per avviare un percorso di coinvolgimento attivo dei cittadini di Frigole che, a partire da obiettivi condivisi, faciliti anche la promozione di alcune azioni sul territorio. I cittadini sono invitati a informarsi, confrontarsi e interagire per “dare forma” all’idea di Ecomuseo e attivare le proprie risorse, conoscenze e competenze per la realizzazione di un piano di azione.

Il processo di costituzione dell’Ecomuseo delle Bonifiche di Frigole poggia sulle basi del SESA – Sistema Ecomuseale del Salento (info: www.ecomuseipuglia.net). Il SESA ha permesso di mettere in rete una decina di esperienze ecomuseali locali riconosciute dalla Regione Puglia come uno degli strumenti per la produzione sociale del paesaggio del nuovo Piano Paesaggistico di Puglia.
In particolare l’Ecomuseo delle Bonifiche si concentrerà sulla conoscenza, conservazione, valorizzazione di alcuni tratti salienti del suo territorio. Il sistema dei canali, l’idrovora, il lago di Acquatina, la ricucitura del rapporto tra il borgo e la campagna soprattutto in riferimento alla natura agreste di questo territorio, ma anche il paesaggio rurale, con le sue masserie che testimoniano l’organizzazione del borgo, sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati per far rinascere una coscienza di luogo che accresca la qualità dell’ambiente di vita della comunità.