Facilitatore: Stefano Margiotta

Argomenti cardine del tavolo tematico “biodiversità, difesa dell’ambiente ed infrastrutture verdi” sono stati gli strumenti di difesa dall’erosione degli ambienti costieri ed il rischio idrogeologico legato alle aree umide retrodunali.

In maniera critica i presenti hanno evidenziato i risultati delle varie soluzioni possibili per contrastare l’erosione costiera e visibili lungo le coste italiane. In quest’ottica ???? Didonfrancesco ha parlato delle strutture frangiflutti emerse poste a Campo di Mare, in provincia di Brindisi, dove si sono formati dei tomboli mentre Sergio Cambria ha parlato della situazione di Capo d’Orlando.

Particolarmente articolato l’intervento di Pierfrancesco Chirizzi che dopo aver fatto una carrellata degli interventi che ha potuto osservare in diversi paesi del Mediterraneo, data la sua esperienza di velista, ha lanciato la proposta di rendere pedonabili i pennelli che sono attualmente presenti a San Cataldo.

Riprendendo l’intervento di Chirizzi, Manuele Astoricchio ha posto l’attenzione sugli effetti negativi che potrebbe avere sulla biodiversità che si è venuta a creare, la rimozione dei pennelli.

Mauro Della Valle (Presidente di Federbalneari) ha espresso le sue perplessità sugli interventi che comportano la creazione di opere rigide a mare ritenendo più utile il ripascimento con sabbia a mezzo di draghe il cui costo si aggirerebbe sui 700.000 – 800.000€. Della Valle ha fatto l’esempio della marina di Riccione dove mediante un sabbiodotto si draga la sabbia dai fondali marini verso la spiaggia.

Una volta messe sul tavolo tutte le possibili soluzioni se ne sono analizzati i diversi campi di applicazione, i vantaggi e gli svantaggi partendo dalle opere rigide trasversali (i pennelli ad esempio), quelle parallele alla linea di riva (frangiflutti sia emersi che sommersi) sino ai sistemi definiti non convenzionali (tecnoreef, reef ball, beachsaver,….). Inoltre si è evidenziata la necessità di avere una visione completa del problema dell’erosione costiera alla quale concorre non solo il mare ma anche l’uomo laddove la determina con lo smantellamento dunale per gli attraversamenti pedonali, il parcheggio o l’installazione di lidi. Ci si è quindi soffermati sull’inutilità di prevedere interventi con opere a mare laddove il cordone dunale (che dovrebbe trattenere la sabbia) è smantellato così come è altrettanto inutile prevedere il rinascimento dei cordoni dunali smantellati dal moto ondoso se non si agisce limitando l’impatto dello stesso moto sull’ambiente costiero.

Antonio De Rinaldis del Comune di Lecce, rimarcava l’importanza di sviluppare le attività turistiche compatibilmente con le peculiarità ambientali dei siti costieri e proponeva di estendere l’approccio metodologico utilizzato nella pianificazione delle attività di fruizione del litorale del Parco Bosco e Paludi di Rauccio. De Rinaldis auspicava quindi un cambio di approccio alla gestione delle attività turistiche costiere che, se svolte in maniera ambientalmente sostenibile e partendo proprio dalla valorizzazione dei beni ambientali, può rappresentare un notevole indotto per gli operatori del settore.

Con queste premesse l’attenzione si è focalizzata sul Viale dei Marinai in San Cataldo laddove il litorale presenta evidenti segni di erosione nonostante gli interventi con pennelli che sono stati realizzati. Qui il cordone dunale è stato praticamente smantellato in più estesi tratti e se ne è formato un altro sul lato monte del Viale a margine di un’area a pineta. La proposta condivisa con entusiasmo dai presenti è stata quella di rinaturalizzare il viale mediante la rimozione dell’asfalto e la posa in opera di tufina avente granulometria e mineralogia comparabile con quelle della sabbia della spiaggia antistante. I lidi attualmente presenti sul demanio dovrebbero essere traslati sull’area del viale. Percorsi obbligati in legno permetterebbero ai fruitori dei lidi di raggiungere il litorale. I pennelli dovrebbero essere rivestiti con materiali ecologicamente compatibili con l’ambiente costiero (legno ad esempio) in modo da essere pedonabili in ciò richiamando un’antica tradizione dei lidi leccesi che un tempo erano dotati di strutture in legno che permettevano ai bagnanti di raggiungere il mare un poco più aperto dove erano anche presenti strutture di tipo palafitta. Servizi navetta permetterebbero ai fruitori di raggiungere il litorale dalle aree a parcheggi da individuare nelle piazze presenti a poche centinaia di metri dal Viale dei Marinai. Inoltre piste ciclabili potrebbero essere realizzate in continuità a quelle oggi esistenti e che potrebbero sfruttare ad esempio la via Marco Polo che taglia in due la pineta.

Concluse le osservazioni sulla marina di San Cataldo l’attenzione si è spostata su quelle di Torre Chianca, Spiaggiabella e Torre Rinalda. Salvatore Parlangeli ha parlato dei venti che, sulla base della sua decennale esperienza di fruitore dei siti, creano maggiore erosione costiera con particolare riferimento al maestrale che, come vento dominante, ha portato i sedimenti del litorale di Spiaggiabella verso Torre Chianca dove la presenza di un pennello ne ha permesso l’accumulo.

E’ stato quindi analizzata la complessa situazione di queste marine nelle quali i nuclei abitativi si sono impostati in corrispondenza di aree un tempo paludose e con sedimenti argillosi torbosi (con scarse proprietà fisico –meccaniche) che ne costituiscono terreno di posa delle strutture fondali. Questi sedimenti determinano non solo situazioni di rischio (si osservano numerosi localizzati dissesti che diventano crolli veri e propri laddove sulle abitazioni incide pure l’erosione del moto ondoso) ma anche, a causa della loro elevata saturazione a fronte di una bassa permeabilità, situazioni di pericolosità idraulica, per gli allagamenti che si creano a seguito di fenomeni piovosi, nelle aree naturalmente depresse che occupano. La mancanza di spazi per i parcheggi e di attraversamenti del cordone dunale per l’accesso alla spiaggia aggrava questa situazione concorrendo a determinare l’erosione costiera per lo smantellamento in più estesi tratti del cordone stesso. Qui qualsivoglia intervento di difesa dall’erosione costiera e dal dissesto idrogeologico dovrà essere accuratamente vagliato ma certo il sito è di prioritario interesse.

Ivan Federico del CMCC, in quest’ottica, faceva presente che è attivo il Progetto Start (tra i Partner anche il Comune di Lecce) in cui sono stati fatti studi oceanografici che investono il litorale leccese e che hanno focalizzato la loro attenzione proprio sull’erosione costiera e sul pericolo da inondazioni.

Appare evidente a tutti la necessità di determinare lo stabilità degli edifici partendo da quelli coinvolti da fenomeni di dissesto e di risolvere il problema degli allagamenti magari convogliando le meteoriche nelle aree umide ancora presenti.

Inoltre importante sarà il recupero delle aree libere presenti tra i lotti edificati. Oggi in più luoghi vere e proprie discariche potrebbero essere utilizzate come parcheggi (in ciò limitando la pressione veicolare verso la costa) o per l’installazione di servizi.

Inoltre Massimo Cretì, presidente della Pro loco di Spiaggiabella promuoveva la concessione ai gestori dei servizi, delle rotatorie presenti lungo la strada che da Lecce porta a Torre Chianca. In cambio della possibilità di pubblicizzare la propria attività i privati potrebbero provvedere alla cura del verde delle suddette rotatorie.